mercoledì 9 giugno 2010

Catarsi

Quella che segue non è farina del mio sacco. La potete trovare in F. Volo, Il giorno in più, Milano 2007, pp. 145 – 146. E' un libro bellissimo, che merita tutto il tempo che impiegherete a leggerlo, e molto di più.
Insomma, a me queste parole sono entrate in testa e non vogliono uscire. Girano. Rigirano. Urge un'uscita di sicurezza.
Se avessi un diario le scriverei lì. Non ce l'ho, però ho un blog, quindi ve le ciucciate anche voi. Non so, magari scriverle è catartico.


«E adesso cerchi l'uomo perfetto?»
«Spero di no... sai, credo che l'uomo perfetto giustamente cerchi la donna perfetta. Non avrei chance.»
«Allora cosa cerchi?»
«Non lo so. Forse niente, forse tutto. Magari adesso, più che cercare, voglio vivere quello che mi capita, quello che la vita mi dà. Amo giocare. Essere libera. Faccio un lavoro … che mi piace e che mi sono trovata da sola. Sono felice e fiera di me anche quando faccio la spesa e spingo il carrello. Se mi va la sera esco, altrimenti me ne sto a casa a leggere o a guardarmi un film o a cucinare qualcosa di buono per me, o per gli amici. A volte mangio a tavola e apparecchio, oppure mi siedo per terra con la schiena appoggiata al divano. Mi apro una bottiglia di vino anche se sono sola. Non devo discutere. Sono indipendente. Difenderei questa condizione con tutte le mie forze. Sempre. Eppure anch'io a volte avrei bisogno di un abbraccio, di arrendermi e perdermi tra le braccia di un uomo. Un abbraccio che mi faccia sentire protetta anche se so proteggermi da sola. Sono in grado di fare le cose di cui ho bisogno, ma a volte vorrei far finta di non esserlo per il piacere di farle fare a qualcun altro per me. E' una sensazione. Ma non voglio stare con un uomo per questo. Non posso scendere a compromessi, e non posso rinunciare a tutto quello che ho, alla mia libertà, per quell'abbraccio che poi spesso con gli anni non c'è nemmeno più. [...]»
«Ma tu allora cosa vorresti trovare in un uomo?»
«Ma che ne so... vorrei un uomo con cui stare bene. Un uomo seduto al mio fianco quando sono al cinema, o al ristorante, o su un pullman. Vorrei incontrare una persona con la quale condividere delle prospettive. Non voglio dire per forza matrimonio, figli eccetera. Ma nemmeno uno di quegli uomini che si spaventano quando chiedi una cosa più lontana di due giorni. Una volta, a giugno, ho chiesto a uno con cui stavo cosa avremmo fatto ad agosto in vacanza. Si è agitato così tanto che per due giorni ha perso l'uso della parola e poi ha iniziato a dirmi che mi doveva parlare e che forse ad agosto gli avrebbe fatto piacere restare da solo. Non cerco una famiglia, ma nemmeno una persona con cui non riesco a progettare una vacanza perché gli vengono le ansie. Mi sono rotta degli uomini bambini. Sono vecchia per fare quella giovane e sono troppo giovane per fare la vecchia. Vorrei uno che mi piace e vorrei poterglielo dire senza che si spaventi, senza che mi faccia sentire che gli sto troppo addosso. Vorrei un uomo che con la stessa serenità mi cerchi quando non lo cerco io. […] E soprattutto vorrei un uomo che c'è.»
«Che vuol dire?»
«Io so cosa intendo, anche se non riesco a spiegarlo. Un uomo che c'è. E' uno sguardo. Uno sguardo dietro a tutto. E' un modo di guardarti in silenzio che significa tutto per me. Significa che c'è.»

Nessun commento: